venerdì 10 gennaio 2014

L'ARTE SACRA OGGI, Convegno con il patrocinio del Comune di Recco


Giornata di lavoro sul tema L’ARTE SACRA OGGI
6 febbraio 2011, ore 16,30     Sala Consiglio Comunale  di Recco 
Il ritorno all’ordine e alla bellezza contro il malessere e il senso di precarietà contemporane

Ore 16,30 - Saluti del Vice Sindaco Carlo Gandolfo
Ore 16,30 - Prof. Piero Vassallo, storico delle idee: "Da un pensiero alienato la crisi della creatività umana"
Ore 17 - Maestro Mario Porcile, direttore artistico, "Il contributo dell'arte nel favorire la fede"
Ore 17,15 - Arch. Alessandro Casareto, presidente ENTEL, M.C.L. Liguria; "Le chiese: luogo di culto ed eredità culturale ed artistica" 
Ore 17,15 - Dott.a Marzia Cataldi Gallo, storica dell'arte, "L'arte religiosa nel passato e la catalogazione dei beni culturali"
Ore 17,15 - Don Giorgio venzano, incaricato per la Regione Liguria dei beni culturali ecclesiastici ed edilizia di culto, "Conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico della chiesa e nuove costruzioni.
Partecipano gli artisti (in ordine alfabetico: Maria Luisa Borri Succio, Rita Bozzo, Laura Caprile, Marilisa Cosatti, Dionisio di Francescantonio, Daniele Lasalandra, Adriano Leverone, Daniela Mucci Moreno, Carlo Piterà, Elio Vigna, Gian Franco Zappetini.

Libertà assoluta o sterile solitudine:  qual è la vera condizione dell’artista del nostro tempo? E’ questa la domanda da cui siamo partiti per tentare di ripristinare il dialogo che il cristianesimo e la chiesa cattolica hanno intrattenuto per secoli con pittori, scultori e architetti, nella convinzione che il venir meno di questo rapporto fecondo abbia significato un generale impoverimento. Solo in apparenza l’argomento di questa giornata di studi può apparire lontano dagli interessi pratici del civico amministratore. Costretto a confrontarsi con i problemi contingenti derivanti dalla necessità di salvaguardare l’ambiente, di contrastare la crisi economica e di garantire con adeguate misure la sicurezza e l’assistenza sociale, egli, sempre più spesso, si ritrova a rincorrere l’emergenza.
Esiste, in realtà, un preciso legame tra i frutti avvelenati della decadenza e il cedimento delle basi culturali e morali della nostra civiltà, quelle che per secoli avevano consentito di distinguere il bene dal male, il bello dal brutto, il sano dal patologico, fornendo quei punti di riferimento che permettevano a tutti di non perdere mai la rotta e di superare prove spesso difficilissime. Dotare i nuovi quartieri di chiese, caratterizzare il territorio con altre opere  esteticamente belle e in linea con la nostra  tradizione religiosa significa contrastare efficacemente il disordine e la banalità dell’architettura contemporanea e, nel contempo, disporre di validissimi argini contro il malessere e il senso di precarierà che derivano dal venir meno di tante antiche e preziose certezze.