sabato 4 gennaio 2014

segue UNA ROSA COME BANDIERA. E tutti i punti del PROGETTO "ROSE"

Subito dopo aver individuato e scelto la bandiera, si è voluto far riferimento a un modello di sviluppo capace di raccogliere e ravvivare tutte le potenzialità del nostro progetto. Si è perciò guardato a ciò che hanno saputo fare i francesi in Provenza, dove, partendo da un umile fiorellino profumato e quasi dimenticato come la lavanda, sono riusciti a inventarsi un’economia e molti posti di lavoro non solo nell’agricoltura, ma anche nell’artigianato, nella piccola industria, nel commercio e soprattutto nel turismo.
Anche in quel caso lo spunto d’inizio è stato di tipo culturale. I cugini d’oltralpe, infatti, sono riusciti ad imporre all’immaginazione popolare l’accostamento, felice anche se un po’ forzato, tra il suggestivo colore blu viola, di cui facevano largo uso i pittori impressionisti, e i campi di lavanda in fiore, trasformando così una rustica pianta officinale in elemento identitario forte d’un intero territorio.
Ben altro potere evocativo possiede la rosa, il simbolo da noi scelto. La regina di tutti i fiori è strettamente legata a Genova e alla Liguria, com’è facilmente dimostrabile percorrendo la nostra storia: dall’accostamento tra il fiore che simboleggia la Vergine Maria, proclamata regina di Genova al tempo della Repubblica e quindi raffigurata tra le rose in tanti dipinti e statue soprattutto in epoca barocca, alle famose rose di seta, un tempo prodotte dalle monache Fieschine e commercializzate in tutta Europa; dalla magnificenza dei grandi roseti di tanti palazzi e ville patrizie, il cui ricordo sopravvive ancor oggi nel Parco di Nervi,  ai dolcetti a base di petali di rose proposti dalle antiche pasticcerie e allo sciroppo di cui si faceva largo uso nelle case. Ed è stato proprio questo squisito sciroppo, recentemente riscoperto e prodotto da alcuni coltivatori della Valle Scrivia, consorziatisi in vista della sua commercializzazione, a farci pensare che i paesi di questa salubre e assai panoramica Valle, assieme ad altri contigui, potessero essere i più adatti a far partire il nostro progetto.
            Attraverso un’esplorazione del territorio, al momento ancora lacunosa, ci è stato possibile  conoscere alcuni sindaci di buona volontà ed alcuni altri interessanti personaggi, ben edotti sulle tradizioni dei luoghi, i quali hanno apprezzato immediatamente le potenzialità del progetto e l’opportunità di disporre in partenza d’una base abbastanza rappresentativa di cittadini genovesi – i membri delle associazioni costituitesi in rete –  interessati alla realizzazione d'un progetto per il rilancio economico dell’entroterra. Incontri fortunati che, naturalmente, hanno rafforzato i nostri propositi.
            Una bandiera, un territorio e un buon progetto di sviluppo che hanno ora bisogno di raccogliere attorno a se le persone giuste, non solo quelle in possesso delle competenze adeguate ma anche, e forse soprattutto, quelle dotate della generosità e della passione necessarie per fare diventare realtà una semplice intuizione con grandi potenzialità progettuali.
            Saprà la terra di Liguria che oggi appare stanca e rassegnata al peggio per via delle troppe delusioni ricevute da coloro in cui pure aveva creduto, reagire alla sfiducia e far sue le parole del Cardinale Angelo Bagnasco che, in un suo recente discorso, ha incitato i genovesi a non pietrificarsi nell’immobilismo tipico delle “residenze per anziani” ma ad aprirsi al futuro “mettendo insieme energie, inventiva, capitali e progetti"?   (Miriam Pastorino)


1. La lavanda di Provenza, Un modello esemplarere.

Ecco quello che hanno saputo realizzare i francesi di Provenza partendo da un umile fiorellino profumato e quasi dimenticato.
Sono riusciti ad inventarsi un'economia e a creare molti nuovi posti di lavoro. Nell'agricoltura,
 nell'artigianato,


nell'industria,
nel turismo,
nel commercio. Sia sul luogo 
Sia all'estero.
Molte città italiane ospitano intere fiere dedicate ai prodotti della Provenza 

Con la modernità, anche in Francia, la lavanda pareva avviata a un ruolo marginale: quello di profumare la biancheria conservata in qualche cassetto.
Finché in Provenza qualcuno pensò di poter arrestare il declino di questa coltura tradizionale trasformando la piccola spiga profumata in un elemento identitario dotato di forza evocativa.
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Ora esaminiamo le fasi del Progetto che ha reso possibile una grande impresa partendo da un prodotto così debole
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Tutto nasce dalle basi culturali e dall’intuito di chi ha saputo prevedere le potenzialità di una pianta tipica dall’intenso profumo i cui piccoli fiori viola-blu evocavano i colori tanto amati dai pittori impressionisti
Cezanne, Montaigne saint Victorie en Provence
Renoir, Giardino



Un accostamento fortunato tra agricoltura e arte che attraverso emozioni gradevoli trasformava un semplice colore in elemento identitario di un intero territorio.